La Ciuìga del Banale

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Nessuno ha ancora scoperto l’origine certa di questo strano nome. Le tradizioni orali del Banale, valle del Trentino ai piedi delle montagne del Brenta, rimandano all’Ottocento, quando un macellaio del luogo inventò questo insaccato fatto di tante rape e di poca carne. Un salame che dopo l’affumicatura si restringeva assumendo una forma singolare, molto simile a una pigna. Non a caso, è proprio la pigna che nel dialetto locale viene detta “ciuìga”.

In origine la Ciuìga era un cibo molto povero, simbolo di una civiltà contadina e pastorale che seguiva i ritmi della campagna. Le rape abbondavano a inizio autunno, grandi ma dal sapore poco deciso. Da qui l’idea di utilizzarle assieme alla carne del suino, l’altro “bene prezioso” di questa terra. Nasceva così questo salume fatto con gli scarti del maiale (a cui veniva aggiunto il sangue per dare colore) e insaporito con aglio e pepe nero, ingredienti che tutt’ora conferiscono al prodotto il suo gusto inconfondibile.

Oggi il Banale, con la sua architettura rurale e le montagne che avvolgono i boschi, le valli e lo splendido Borgo di San Lorenzo Dorsino, è meta di turisti da tutto il mondo, richiamati dalla bellezza del luogo come dalle sue tradizioni. Uno degli appuntamenti più amati è, ad inizio novembre, proprio la sagra della Ciuìga, quando gli stand gastronomici si riempiono di visitatori che fanno la fila per assaggiare questo prodotto speciale servito come vuole la sua tradizione: bollito e tagliato a fette sul pane tostato e imburrato. Nelle trattorie del Borgo è possibile gustarlo in abbinamento a patate lesse e cicoria oppure con purè di patate e cavolo cappuccio.

La Ciuìga del Banale è Presidio Slow Food. La Cooperativa Brenta Paganella è attualmente l’unico soggetto autorizzato a produrre e a commercializzare il prodotto ufficiale, conservando più possibile le caratteristiche originali. Certo, qualcosa è cambiato: il sangue, ad esempio, non può più essere aggiunto, ma è cosa di poca importanza dal momento che il colore viene dato ormai da carne di prima scelta, unita alle rape in proporzioni invertite rispetto all’antica ricetta.

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